Un recente studio dell’Università di Miami ha offerto nuove prospettive sullo sviluppo del linguaggio nei bambini con perdita dell’udito, suggerendo strategie che potrebbero aiutare coloro che utilizzano impianti cocleari a superare i ritardi iniziali nell’apprendimento linguistico.
Ipoacusia infantile e problemi linguistici
Infatti, l’ipoacusia infantile, ovvero la perdita dell’udito nei primi anni di vita, può avere un impatto significativo sull’apprendimento e sullo sviluppo del linguaggio. Nei bambini, i primi anni sono fondamentali per acquisire le competenze linguistiche: è in questa fase che il cervello è più ricettivo agli stimoli sonori e alla comunicazione. Quando l’udito è compromesso, il bambino riceve input linguistici ridotti o distorti, limitando la possibilità di ascoltare parole, suoni e modelli di comunicazione utilizzati dagli adulti.
Questa mancanza di esposizione ai suoni può rallentare o ostacolare lo sviluppo del vocabolario, la comprensione del linguaggio e la capacità di esprimersi in modo chiaro. Inoltre, i ritardi nel linguaggio possono influenzare negativamente anche altri aspetti dello sviluppo, come le abilità sociali, cognitive e scolastiche.
Lo studio
I ricercatori dell’Università di Miami si sono concentrati sulla relazione tra il tipo di parole apprese inizialmente dai bambini e lo sviluppo successivo del linguaggio. In particolare, hanno esaminato l’uso di sostantivi basati sulla forma, come “sedia” o “tazza”, che identificano oggetti principalmente in base alla loro forma piuttosto che ad altre caratteristiche come il colore o il materiale.
I risultati, pubblicati su Developmental Science, indicano che una maggiore presenza di questi sostantivi nel vocabolario dei bambini subito dopo l’impianto cocleare è associata a un miglior sviluppo linguistico nei tre anni successivi.
Questo legame è risultato particolarmente forte nei bambini con impianti cocleari rispetto ai coetanei con udito normale, suggerendo che l’apprendimento di sostantivi basati sulla forma potrebbe compensare i ritardi linguistici iniziali dovuti alla mancanza di stimoli uditivi prima dell’impianto.
Lo studio ha analizzato dati raccolti nell’ambito del Childhood Development after Cochlear Implantation Study, un progetto nazionale che ha permesso ai ricercatori di monitorare le abilità linguistiche di bambini piccoli con impianti cocleari prima dell’intervento e ogni sei mesi dopo l’impianto, confrontandole con quelle di bambini con udito normale.
I risultati hanno che i bambini con una maggiore proporzione di sostantivi basati sulla forma nel loro vocabolario iniziale presentavano, a distanza di uno, due e tre anni dall’impianto, un vocabolario più ampio e punteggi più alti in test standardizzati sulle abilità linguistiche. Inoltre, avevano maggiori probabilità di raggiungere livelli linguistici paragonabili a quelli dei loro coetanei con udito normale.
Nuove prospettive
Queste scoperte sottolineano l’importanza dei sostantivi basati sulla forma nello sviluppo del linguaggio e suggeriscono che focalizzarsi su questo tipo di parole potrebbe essere una strategia efficace per supportare i bambini con impianti cocleari nel loro percorso di apprendimento linguistico.
Ovviamente, lo studio è limitato ai bambini che utilizzano l’inglese come lingua madre, ma sono auspicabili ricerche simili anche in altri paesi non anglofoni.